domenica 3 agosto 2014

Italdetectives, ricorso al TAR Lazio contro il Ministero dell'Interno

Ennesima battaglia che vede coinvolta la Italdetectives mentre altri si ingrassano a suon di corsi...
Vi invito ad aderire al ricorso!



Il Ministero dell'Interno, quando si degna di rispondere, lo fa in modo evasivo e capzioso.

ADESSO BASTA!. Siamo stanchi di essere presi in giro.

Il Ministero dell'Interno, nella persona della Dott.ssa Santorufo in merito al nostro sollecito, tramite un legale, riguardante il rilascio dei tesserini di riconoscimento ci ha risposto così : clicca qui per leggere la risposta.

Se pensano di evitare ulteriori attese per una nostra distrazione, dato il periodo estivo, hanno ignorato che esistono persone che, come me, credono in questo lavoro.


Al di là della mia carica di Presidente della Italdetectives® questa volta scrivo come portavoce dell'intera categoria. Dopo questa ennesima risposta beffarda, ho incaricato un legale per preparare il ricorso al T.A.R. in merito al riconoscimento di un diritto che organi istituzionali a vari livelli hanno sancito: nel D.P.R. 153/2008, nel D.M. 269/2010, nel Vademecum Operativo, e che ancora oggi, dopo oltre 6 anni, ci è negato.

Successivamente, gli aderenti al ricorso, richiederanno il risarcimento per i danni eventualmente subiti.

I tempi per presentare il ricorso al Tar Lazio sono stretti: entro il 27 agosto 2014 (30 giorni dalla loro risposta). Noi andiamo avanti e lo presenteremo.

Essere riconosciuti significa veramente combattere l'abusivismo ed iniziare, non a parole ma con i fatti che ci hanno sempre contraddistinto (vedi prefettura di Udine), a richiedere l'accesso alle banche dati, accesso che ad oggi a noi è negato perchè non siamo identificabili.

Mentre i componenti della Commissione Consultiva Centrale insieme al Ministero dell'Interno decidono corsi di formazione e altre "imposizioni" inutili visto che non possiamo lavorare in legalità, la Italdetectives® andrà avanti per far riconoscere i diritti della categoria.

Se vi reputate dei seri Investigatori Privati per far valere la vostra dignità e professionalità è d'obbligo scendere in campo con me, senza distinzione di associazione per ottenere cio' che ci spetta, con l'adesione al ricorso in modo concreto partecipando alle spese, che, come ben sapete sono alte, entro e non oltre il 15 agosto.

Se saremo in tanti non solo vinceremo questa battaglia, ma IMPEDIREMO di farci mettere ulteriori vincoli, tasse e vessazioni, nelle prossime riunioni della Commissione Consultiva Centrale.

Tutti gli Investigatori Privati che vogliono aderire possono inviare una email direttamente al sottoscritto: presidente@italdetectives.org

Per trasparenza tutti gli aderenti potranno prendere sempre visione delle attività relative al ricorso stesso.

Articolo tratto da Italdetectives.org

martedì 22 luglio 2014

Moderazione

Annuncio ai lettori del blog:
I contenuti del blog non sono diffamatori ma basati su fatti di cronaca del settore.
Pertanto non sono accettati commenti maleducati, minacciosi, strafottenti e spam.
Per chi avesse problemi con il blog può tranquillamente non entrare visto che io non sono andato a cercare nessuno.

Fiducioso in una vostra collaborazione vi auguro una buona giornata.

martedì 17 giugno 2014

Se la privacy diventa una farsa...La moglie fa beccare il marito evasore ma l’Authority sanziona il detective privato

Siamo il paese dell'assurdo....

Vi lascio all'articolo tratto dal sito dell'Italdetectives a cura del giornalista Stefano Sansonetti della "La Notizia"...

All’inizio era una storia boccaccesca, con due coniugi che litigano e in tribunale se ne danno di santa ragione. Adesso è diventato un confronto che ha avuto un’imprevista escalation e rischia di scatenare una guerra: da una parte il mondo delle società di investigazioni private, dall’altra il Garante della privacy. Il fatto è che lo scorso 30 maggio, con un provvedimento che sta già sollevando un vespaio, l’Authority guidata da Antonello Soro ha multato una società del settore, La Segretissima Investigazioni srl, “rea” di aver effettuato indagini sull’attività professionale di un medico senza una preventiva comunicazione nei confronti del diretto interessato. Già messa così sembra paradossale.


I protagonisti

Il fatto è che la società avrebbe scoperto che il dottore, un cardiologo del centro Italia (di cui naturalmente non possono essere fornite le generalità proprio per ragioni di privacy) è un evasore fiscale, perché svolge un’attività privatistica senza emettere documenti fiscali. Il tutto è stato trasfuso dalla società in un report prodotto nel giudizio di separazione che vede opposto il cardiologo alla moglie, medico pure lei. Insomma, l’investigazione era stata commissionata proprio dalla consorte per rintuzzare le pretese del marito che voleva abbassare l’entità degli alimenti corrisposti alla moglie sulla base di una precedente decisione del giudice. La Segretissima è stata condannata a pagare 12 mila euro per violazione del Codice della privacy. Ma la questione non sta certo nella multa in sé, quanto nell’affermazione di un precedente che potrebbe bloccare le attività delle società di investigazioni. Da qui alla discesa in campo della Italdetectives, una delle maggiori associazioni rappresentative degli investigatori privati, il passo è stato breve. Anche perché si dà il caso che il titolare della Segretissima, Bernardo Ferro, sia anche presidente della Italdetectives. E quindi lo scontro con il Garante adesso coinvolge di fatto tutto il settore.

La contestazione
I tecnici di Soro, in buona sostanza, hanno sanzionato la società per “mancata informativa di cui all’art. 13 del Codice della privacy”. L’articolo in questione dice che “l’interessato o la persona presso la quale sono raccolti i dati personali sono previamente informati oralmente o per iscritto”. A meno che, aggiunge il comma 5, le informazioni siano raccolte “ai fini dello svolgimento delle investigazioni difensive”. E proprio a questo comma si era appellata La Segretissima, visto che il report finale doveva servire alla moglie del medico per difendersi dalle pretese avanzate in giudizio dal marito, dimostrando che è un evasore fiscale. Ma il Garante della privacy già il precedente 19 maggio 2014 (cioè una manciata di giorni prima della sanzione finale) aveva respinto la posizione della Segretissima dicendo che “l’esenzione dall’obbligo di fornire l’informativa” opera solo nel caso in cui “i dati personali non sono raccolti presso l’interessato”, ossia presso terzi. La società, invece, per scoprire le furbizie fiscali del cardiologo aveva utilizzato collaboratori che si erano finti pazienti e avevano raccolto risultanze, anche fotografiche, proprio dal diretto interessato. Tra l’altro la stessa società il 21 gennaio del 2014 ha denunciato il cardiologo alla Guardia di finanza per evasione fiscale. Ma alla fine il Garante ha deciso sulla base di un’interpretazione del codice che alla Italdetectives non va proprio giù. Al punto che contro la decisione scatterà un ricorso a giorni.

Il precedente
E poi l’aspetto boccaccesco. Alla separazione dei coniugi si era arrivati qualche anno fa perché il marito era stato il primo a ingaggiare una società di investigazioni che aveva scoperto i tradimenti della moglie. Ne era seguito un report investigativo. Anni dopo, quindi, per perorare le sue istanze davanti al giudice, la moglie ha deciso di rendere pan per focaccia avvalendosi degli stessi mezzi. Sul terreno rimangono le rivendicazioni delle società di investigazione che hanno sì una licenza rilasciata dalle prefetture (e lautamente pagata con tanto di polizza assicurativa), ma sulla carta non sono vincolate al rispetto di un codice deontologico. La cui adozione, semmai, dovrebbe essere stimolata dal ministero dell’interno. Adesso, complice la decisione del Garante, il settore sembra intenzionato a dare battaglia per non farsi bloccare l’attività da altri simili provvedimenti.
@SSansonetti

Fonte: http://www.italdetectives.org/index.php?option=com_content&view=article&id=263:se-la-privacy-diventa-una-farsa-la-moglie-fa-beccare-il-marito-evasore-ma-l-authority-sanziona-il-detective-privato&catid=12&Itemid=105

giovedì 3 aprile 2014

RINVIO A GIUDIZIO PER Antonino Alessandro Cascio alias Demetra.

Rinviato a giudizio in data 24 settembre 2014 presso il Tribunale di Aosta. Vi aspettiamo numerosi a breve pubblicheremo l'atto di citazione di Alessandro Antonino Cascio. Per chiunque dovesse riscontrare sul web il proprio nome e cognome, la propria azienda, il logo della società, tutto quello che può essere diffamatorio è pregato di inoltrare l'esposto alla Procura della Repubblica di  Aosta.
Fonte: http://alfabetaciarly.blogspot.it/2014/03/rinvio-giudizio-per-antonino-alessandro.html

Apprendo da questo blog che il Segretario Nazionale dell'APIS e titolare della Demetra Group è stato rinviato a giudizio. Aspetto con ansia di conoscere le motivazioni! Presto arriveranno nuovi aggiornamenti sul caso!

martedì 1 aprile 2014

Sicurezza non armata: arrivano una Confederazione e un contratto unico di lavoro

Importante svolta per l’ultimo incontro del tavolo interassociativo della security disarmata, che l’11 febbraio scorso aveva dato vita al primo Patto Italiano per la Sicurezza Non Armata.

Nel meeting romano del 20 marzo le Associazioni AISS, ANISI, AOSIS, CONFSICUREZZA, FEDERPOL e PIU’SERVIZI hanno formalizzato la nascita di una Confederazione che si faccia portavoce degli interessi rappresentati dal Patto Italiano per la Sicurezza Non Armata. Con due obiettivi primari: coagulare le istanze di riforma normativa da presentare al decisore politico e dare contestualmente vita ad una piattaforma contrattuale unitaria che disciplini, in maniera puntuale, adeguata al comparto e dignitosa per i lavoratori, l’intero settore della security disarmata (portierati e receptionist, addetti al controllo - “ex buttafuori”, steward, investigatori privati, etc).
Il Patto Italiano per la Sicurezza Non Armata fa sul serio.
Al ritmo di un incontro al mese, che conferma l’impegno delle Associazioni aderenti, la compagine interassociativa che rappresenta la security disarmata consolida i propri obiettivi e preme sull’acceleratore dell’operatività. Il 20 marzo a Roma si è infatti registrato un essenziale punto di svolta sia sul fonte istituzionale, sia sul fronte contrattuale.
In primo luogo è stato impresso al tavolo uno stigma istituzionale con la costituzione di una Confederazione che coaguli e formalizzi gli impegni assunti dalle Associazioni componenti il Patto: AISS, ANISI, AOSIS, CONFSICUREZZA, FEDERPOL, PIU’SERVIZI e FEDERSICUREZZA in qualità di osservatore. Tale Confederazione presenterà natura trasversale di secondo livello: sarà quindi “altra” rispetto alle realtà confederali già rappresentate dalle sigle che compongono il tavolo, a garanzia di imparzialità e di equidistanza operativa.
Ma la svolta è arrivata soprattutto sul fronte operativo, con la scelta di procedere all’immediata elaborazione di una piattaforma contrattuale a base unitaria che assommi il meglio di ciascun contratto di lavoro dedicato agli operatori del comparto sicurezza disarmata. L’intento è quello di definire regole certe a maggior tutela degli operatori e delle aziende che operano con serietà sul mercato, quindi di far emergere il settore dalle nebbie dell’abusivismo e dallo stesso concetto di area grigia che l’ha perimetrato per anni.
Sul tavolo di lavoro verranno quindi esaminate e messe a fattor comune le prerogative del CCNL Multiservizi (siglato da LEGACOOP, CONFCOOPERATIVE, AGCI, FISE e CONFAPI assieme a FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL, UILTUCS UIL), del contratto S.A.F.I. (Servizi Ausiliari, Fiduciari e Integrati – siglato da ANISI, PIU’SERVIZI, ANIVP SERVIZI, FEDERSICUREZZA assieme a UILTUCS UIL), del CCNL per i dipendenti di agenzie di Sicurezza Sussidiaria non armata e degli Istituti Investigativi (siglato da AISS assieme a FEDERTERZIARIO ed UGL SICUREZZA) e del CCNL per i dipendenti degli Istituti Investigativi privati e di agenzie di Sicurezza Sussidiaria (siglato da FEDERPOL assieme a FESICA CONFSAL).
Sono stati quindi nominati due Comitati a composizione paritetica: uno dedicato alla riforma normativa e uno alla materia contrattuale giuslavoristica.
I due tavoli lavoreranno in parallelo per produrre, di concerto e in tempi brevissimi, delle regole eque – scritte da tecnici per tecnici – capaci di governare il settore sia sul fronte contrattuale (con uno strumento unico per gli operatori della sicurezza non armata), sia sul fronte strettamente normativo (con un elenco di istanze di riforma da rappresentare al ministero dell’Interno). Istanze la cui valenza sarebbe ovviamente rafforzata dal peso specifico generato dall’alleanza confederale e dalla sua maggiore rappresentatività nel campo dei servizi di sicurezza non armata.
A spingere sull’acceleratore della parte contrattualistica, a latere, un rinnovo contrattuale della vigilanza privata che regola anche gli operatori fiduciari, peraltro a condizioni economiche molto discutibili.
“L’art. 36 della Costituzione pone, quale principio fondante del nostro ordinamento, che il lavoratore abbia diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro e sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Come si coniuga tale principio con una tariffa oraria netta di € 3,00, che moltiplicata per 160 ore mensili vuole dire uno stipendio netto di € 480,00”? – si domanda Roberto Gobbi (Federpol).
Gli fa eco Franco Cecconi (AISS): “Firmare un CCNL peggiorativo per i lavoratori non dovrebbe essere possibile, invece è accaduto con il CCNL per dipendenti da istituti e imprese di Vigilanza Privata e Servizi Fiduciari, siglato da FILCAMS, FISASCAT e UGL assieme ad ASSIV, LEGACOOP, FEDERLAVORO, AGCI e ora esteso anche ad ASSVIGILANZA, ANIVP e UNIV. Per il trattamento dei servizi fiduciari, vi sono tutti gli estremi per l’impugnazione. Per far rinascere l’economia occorre costruire un equilibrio tra lavoratori e parte datoriale, non strozzinare gli operatori e la loro dignità”.
Caustico Bruno Fragnito (AOSIS): “Farsi dumping in casa dev’essere prerogativa del nostro settore. E non solo tra sindacati che su tavoli diversi firmano contratti in pejus per i loro lavoratori, ma anche tra associazioni che appartengono allo stesso circuito confederale, visto che AOSIS/FISE appartiene a Confindustria tanto quanto ASSIV”.
Certo è curioso che a sottolineare il problema “salario” sia una Confederazione di rappresentanze datoriali, sottolinea Francesco Pignatelli (Più Servizi): “ricondurre ad unità la situazione contrattuale valorizzerà le specificità delle diverse figure in gioco individuando limiti e confini di ciascun segmento operativo, per evitare che la security disarmata resti quell’area grigia sulla cui deregulation è ormai sempre più conveniente speculare”.
Per Massimiliano Magon (ANISI) “la definizione di un contratto unitario di comparto potrebbe rappresentare un modello di riferimento economico e di tutele minime almeno per i contratti pubblici, proponendosi come riferimento de minimis anche nei confronti dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture”.
Insomma, c’è materia su cui lavorare e ci sono parecchi motivi per portare avanti il lavoro, dal momento che “è la riforma normativa a porre le basi per uno strumento contrattuale equo, moderno e in linea con le più recenti teorie giuslavoristiche sostenute dall’attuale Governo. Ed è questo che richiama l’interesse di Federsicurezza, da sempre attento osservatore dei processi di coagulazione in atto nel comparto sicurezza” – conclude Luigi Gabriele (Federsicurezza).

Fonte: http://www.vigilanzaprivataonline.com/riforma-tulps/sicurezza-non-armata-arrivano-una-confederazione-e-un-contratto-unico-di-lavoro.html

Sul sito della federpol compare un articolo leggermente differente che attesta le dichiarazioni dell'AISS a Luciano Fabbri invece che a Franco Cecconi...Si metteranno mai d'accordo? Boh!

Comunque dopo Enbisi, Enbisit e Confisi ecco un nuovo sodalizio che nasce sotto la stella di questo CCNL a favore dei lavoratori. Vediamo cosa saranno in grado di tirare fuori anche se sono molto scettica sulla questione data la natura di alcuni personaggi poco coerenti in quello che dicono e che fanno. Un punto assolutamente chiaro c'è in tutto questa vicenda: Dove ci sono i soldi trovano l'amore anche i peggiori nemici, della serie "tutti hanno un prezzo"....BAH!

sabato 15 marzo 2014

Investigatori privati, ex buttafuori, steward: parla Roberto Gobbi, Segretario Generale FEDERPOL

Fonte del video: http://youtu.be/QZmD48cscqU

http://www.vigilanzaprivataonline.com - Investigatori privati, collaboratori di agenzia, addetti ai servizi di controllo, steward: Roberto Gobbi, Segretario Generale di FEDERPOL (Federazione Italiana Istituti Investigazioni, Informazioni e Sicurezza), chiede di poter svolgere le attività investigative senza vincoli ulteriori rispetto a quelli previsti per i comuni cittadini e auspica una normalizzazione di quelle attività (come il bodyguarding) già operate dagli investigatori privati in modo illecito per assenza di una norma, ma con il tacito "benestare" del ministero dell'Interno e dell'Autorità Giudiziaria. Sul fronte contrattuale, auspica un'unificazione ma prima ancora un argine alla proliferazione di CCNL volti solo alla mortificazione economica dell'operatore, con salari che non consentono una vita dignitosa, quindi contrari al dettato Costituzionale.
FEDERPOL è membro del primo Patto Italiano per la Sicurezza Non Armata, che si fa portavoce delle istanze di riforma normativa e contrattuale del comparto

Il pezzo sopra riportato è tratto da vigilanza privata online, riassunto di quanto dichiarato dal Segretario Generale Federpol Roberto Gobbi. 
In primis mi preme far notare che tutta l'attività Federpol si incentra sulla figura di Roberto Gobbi...Agatino Napoleone, "Il Presidente" ad oggi risulta essere nascosto nell'ombra...ma non siamo qui a giudicare politiche associative...

Piuttosto analizziamo un passaggio dell'intervista dell'Avv. Investigatore Roberto Gobbi:
"Roberto Gobbi, Segretario Generale di FEDERPOL (Federazione Italiana Istituti Investigazioni, Informazioni e Sicurezza), chiede di poter svolgere le attività investigative senza vincoli ulteriori rispetto a quelli previsti per i comuni cittadini e auspica una normalizzazione di quelle attività (come il bodyguarding) già operate dagli investigatori privati in modo illecito per assenza di una norma, ma con il tacito "benestare" del ministero dell'Interno e dell'Autorità Giudiziaria."

Cosa vuole dire il Gobbi in quello che dichiara? Che rapporti intercorrono tra Federpol e il Ministero? L'attività di bodyguarding è "ammessa" se si è socio Federpol? E se sono socio Conipi o Italdetectives? 

Quanto viene affermato è sconcertante....A voi le dovute riflessioni e conclusioni...
 
 

Accordo di collaborazione tra Italdetectives e FEASC-Cisal Terziario per la stesura del CCNL

Nuovo episodio nella telenovella del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli operatori del mondo della security. Questa volta ci proveranno Italdetectives e FEASC-Cisal Terziario...Vi metto il link dell'accordo: Link
Come andrà a finire questa volta???

venerdì 7 marzo 2014

Commissione consultiva centrale, una convocazione d'oro!

Con piacere apprendo la convocazione della Commissione consultiva centrale per le attività di cui all'art. 134 T.U.L.P.S.
La convocazione è consultabile a questo link: Link
...Approfondiamo.... 
Tralasciamo subito le due associazioni che si "pongono sopra le parti" come Conipi e Apis (loro rispondono direttamente a esseri superiori...i registri sono consultabili solo da entità superiori con delega del Supremo), quello che vorrei analizzare è:
Federpol dichiara 736 iscritti
Aiss: 155 iscritti
Italdetectives: 103 iscritti

Associarsi in Federpol costa 200€
Associarsi in Aiss costa ?boh?! poniamo coattivamente 200€
Associarsi in Italdetectives costa 200€

Ogni anno per le quote sociali alla Federpol entrano in cassa: 200 x 736: 147.200,00 €
Ogni anno per le quote sociali alla AISS entrano in cassa: 200 x 155: 31.000,00 €
Ogni anno per le quote sociali alla Italdetectives entrano in cassa: 200 x 103: 20.600,00 €

Ammettendo per assurdo che le cifre incassate da AISS e Italdetectives possano essere accettabili, come fa la Federpol a dichiarare 736 iscritti?
Il Ministero avrà verificato la veridicità di quanto dichiarato?
Quello che ancora più mi chiedo, visti gli enormi volumi di affari (quote sociali e attività formative) che movimenta un'associazione come la Federpol, non sarebbe il caso CARO MINISTERO DI OBBLIGARE A RENDERE PUBBLICO IL BILANCIO?

Dove vanno a finire tutti questi soldi? Troppe lacune, troppe cose che non tornano, E QUELLO CHE È PEGGIO MAI NIENTE CAMBIA.....

martedì 11 febbraio 2014

Corsi di Perfezionamento o Formazione o come li si vuole chiamare imposti dal D.M. 269/10

In questi giorni ho letto di un'interessante iniziativa dell'investigatrice/ perito fonico Flora Caruso in materia di Corsi di Perfezionamento imposti dal D.M. 269/10.
La Caruso pone un quesito di seguito riportato e scaricabile al link:

Quesito inviato al MIUR, Ministero dell'Interno, Italdetectives Association, Federpol, Conipi...
... OGGETTO: Corsi di perfezionamento ai sensi del DM 269/2010 ai fini dell'adeguamento delle licenze prefettizie

La sottoscritta Flora CARUSO, titolare di licenza prefettizia n. 0040997/41.01 del 05/08/2008 rilasciata dalla Prefettura di Cosenza, relativamente a quanto in oggetto e tenuto conto delle disposizioni contenute nel DM 269/2010, pone alla cortese attenzione delle S.V. Ill.me quanto segue:
Il comma 5, dell'allegato G, del DM 269/2010 prevede la partecipazione a "corsi di perfezionamento teorico/pratico in materia di investigazioni private ad indirizzo civile, penale o di informazioni commerciali, organizzati da strutture universitarie o da centri di formazione professionale riconosciuti dalle Regioni e accreditati presso il Ministero dell'Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, secondo le procedure da questo individuate" riferito investigatori privati in possesso di titolo di polizia da meno di cinque anni e sprovvisti di laurea triennale.
Con la successiva circolare n. 557/PAS.10974.10089.D (1) REG dell'11 giugno 2012, il Ministero de quo fa riferimento alle disposizioni contenute "nei DD.MM. n. 509/1999 e n. 270/2004 in merito all'attivazione da parte delle Università di Master di I° e II° livello ai quali, così come inciso dalla circolare stessa, si accede rispettivamente con la laurea o laurea specialistica magistrale". Nel caso di specie, il Ministero non ha individuato le procedure di accreditamento per i centri di formazione professionale riconosciuti dalle Regioni al fine di erogare Corsi di Formazione Professionale erroneamente chiamati Corsi di Perfezionamento, (questi ultimi riservati esclusivamente ai possessori di Diploma di Laurea), rivolti agli investigatori privati non in possesso dei titoli di studio necessari per accedere alla formazione universitaria così come chiarito dal Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca (MIUR) relativamente agli stessi, definendoli quali "corso di perfezionamento ed aggiornamento professionale ai sensi dell'art. 6, comma 2, lettera c) della Legge 341/90", nonchè secondo il Quadro dei Titoli Italiani del 2010 (QTI) "Diploma di Perfezionamento erogabili a possessori di Diploma di Laurea".
Nella fattispecie, la sottoscritta chiede se i corsi sostenuti a tutt'oggi dagli investigatori privati presso gli Atenei, soddisfino sia i requisiti previsti dalla norma indicata in oggetto, sia quanto disposto dalle norme del MIUR e sia per durata e contenuto, o siano da ritenersi solo come meri corsi di aggiornamento precludendo di fatto l'adeguamento richiesto dall'enunciato normativo.
La sottoscritta, altresì, rivolgendosi alle Associazioni di Categoria indicate in indirizzo chiede: come mai non hanno prestato la dovuta attenzione a quanto stabilito e contenuto nel DM 269/2010 e relativa Circolare Ministeriale dell'11/06/2012 comparato a quanto stabilito e contenuto nella Legge 341/90, art. 6, comma 2, lettera c) e Quadro dei Titoli Italiani del 2010? E' risaputo che uno dei primi obiettivi che si prefigge una qualsiasi associazione di categoria sia proprio quello della tutela dei propri associati e professionisti tutti.
Infine, la sottoscritta si auspica che a far data dal 16 marzo p.v., data ultima per l'adeguamento alla norma, la professione dell'investigatore privato sia almeno riconosciuta ed inserita nell'elenco delle Professioni regolate in Italia secondo quanto indicato nel QTI in riferimento al Qualifications Framework for the European Higher Education Area.
In attesa di cortese riscontro alla presente, si porgono deferenti saluti.
Con osservanza

Flora Caruso


Fino ad ora è giunta solo la risposta del Presidente Italdetectives Bernardo Ferro che riporto qui di seguito:


Preg.ma Collega,

in merito al Tuo quesito (Leggi il quesito) pervenuto a noi in data 7 Febbraio u.s. e ad altre associazioni di categoria, nonchè al M.I.U.R. ed al Ministero dell'Interno, sono a rappresentarti quanto segue :

In data 12 Aprile 2010, (l'associazione era appena nata e già contava oltre 40 iscritti sul territorio nazionale) presentammo richiesta di poter partecipare al tavolo della commissione consultiva centrale per le attività di cui all'art.134. Il nostro intento era quello di evidenziare le problematiche del settore degli Investigatori privati in quanto il D.M. 269/2010 era in fase di stesura.

L'allora dirigente responsabile del Ministero dell'Interno Viceprefetto Dott.ssa Laura Cassio ci rispose con lettera prot. n. 557/PAS.70.omissis che "Al riguardo, preso atto della costituzione di codesta associazione, si deve comunque rappresentare che l'art. 260 Quater del Dpr 153 del 04.08.2008 al punto G (,prevede che la commissione consultiva centrale sia composta “..... da non piu' di un esperto designato da ciascuna delle organizzazioni degli istituti di investigazione privata e di quelli per la raccolta delle informazioni commerciali comparativamente piu' rappresentative sul piano nazionale ......". Conseguentemente sono state convocate la Federpol per le investigazioni private e l'Ancic per le informazioni commerciali, che, allo stato, rispondono al citato requisito”.

Da allora iniziò una battaglia continua con il Ministero.

Abbiamo fatto un incontro con il Garante della Privacy, che fu totalmente ignorato.

Abbiamo fatto un incontro sempre al Ministero dell'Interno, presente anche ANIA al fine di rivedere le cauzioni e per segnalare il crescente abusivismo dei periti assicurativi che svolgevano investigazioni senza autorizzazione.

Abbiamo scritto al prefetto TOMAO nel novembre 2012 oltre per sollecitare i tesserini, anche per richiedere di poter lavorare “in legalità”

leggi qui lettera

e....siamo stati ignorati.

Nel frattempo l'associazione in merito alle richieste dettate dal D.M. 269, al fine di tutelare i soci in primis, e la categoria tutta, si è prodigata cercando di rispettare la normativa relativa agli obblighi formativi dell'allegato G e la successiva circolare del 2012, con l'organizzazione di corsi di formazione presso gli atenei di primaria rilevanza nazionale. Abbiamo colto l'opportunità di organizzare una formazione di qualità ed evitare le eventuali sanzioni o revoche di licenza, ventilate piu' volte dalle lettere che le Prefetture inviavano ai titolari di licenza per la mancanza dell'adeguamento professionale.

A tale proposito desidero ricordarTi che abbiamo denunciato la prefettura di UDINE, per impedire una revoca di licenza per un socio e finalmente solo cosi' abbiamo RISOLTO.

Abbiamo scritto al nuovo Prefetto Marco Valentini (visibile sul n. sito) il 6 settembre u.s. proprio in merito alla convocazione avvenuta il 30 agosto per la Commissione Consultiva Centrale e ad oggi, non solo non abbiamo ricevuto risposta, ma abbiamo ricevuto la stessa lettera di convocazione inviata ad agosto.

Nell'ultima convocazione della commissione consultiva centrale sono state invitate altre associazioni oltre la solita FEDERPOL, che ormai sembra abbia un “abbonamento” con il Ministero dell'Interno, la storica CON.IPI, anche la AISS e l'APIS.

In merito a queste ultime AISS e APIS mi riservo di richiedere al capo di gabinetto del Ministro una verifica dei requisiti di rappresentanza.

Alla luce di quanto esposto la Italdetectives Association rimane, nella mia persona in qualità di Presidente e nel Segretario Nazionale, a completa disposizione di tutta la categoria, indipendentemente che siano già soci o meno, al fine di valutare qualsiasi azione si voglia intraprendere nelle sedi opportune.

Daremo la massima diffusione delle azioni che riterremo opportuno intraprendere presso sedi differenti da quelle alle quali ci siamo rivolti fino ad ora.

Cordiali Saluti

Bernardo Ferro

Presidente Italdetectives® Association


Non ci è dato sapere se sono giunte risposte anche da altri enti visto che l'unica resa pubblica è quella di Ferro, leggibile sul sito web della italdetectives (www.italdetectives.org).

Lo stesso Ferro ha reso pubblico sul profilo Facebook della sua associazione che domani incontrerà presso il suo ufficio chiunque volesse consultare le carte e avere maggiori informazioni. Sarà presente anche la Caruso.

Il sottoscritto Bernardo Ferro, in qualità di Presidente della Italdetectives Association, indice un incontro fissato per giorno 12 febbraio pv alle ore 12 invitando tutti i colleghi investigatori presso la sede dell'Associazione, sita in Roma alla Via San Quintino n.19 per affrontare e discutere in merito al problema sollevato dalla Collega Flora Caruso e con l'occasione farà prendere visione di tutta la documentazione inerente l'attività svolta dall'Associazione a sostegno e tutela della categoria ed il relativo SILENZIO delle Istituzioni.
Per tutti quei colleghi che sono impossibilitati a presenziare tale incontro possono delegare colleghi di loro fiducia.
Cordialmente.
Bernardo Ferro


Flora Caruso scrive sul suo profilo di Facebook:
Comunico che giorno 12 febbraio p.v. sarò presente all'incontro con il Presidente della Italdetectives Association insieme ad altri colleghi che condividono il quesito da me posto all'attenzione delle dovute Autorità in merito ai corsi di formazione. Per tutti coloro che sono interessati ma impossibilitati a presenziare tale incontro possono, eventualmente, delegare la sottoscritta inviando email a globalservicecf@tiscali.it . VOGLIAMO CHIAREZZA E POSSIBILITA' DI POTER DIFENDERE I NOSTRI DIRITTI.

Onestamente la cosa che più mi incuriosisce sarà leggere, se mai ci sarà, la risposta di federpol e conipi, freschi di un triplice accordo insieme alla AISS di Franco Cecconi sulla formazione.

Alla luce di questo problema presentatosi con il quesito di Flora Caruso spero che il Ministero dell'Interno colga la palla al balzo per effettuare della PULIZIA MASSICCIA in un settore rovinato da truffatori, abusivi e speculatori.

A breve tornerò a scrivere un articoletto frutto di alcune ricerche messe a punto in questi mesi sui Direttivi delle Associazioni di Categoria, sui Rappresentanti del Ministero dell'Interno e sul D.M. 269/10.