domenica 5 maggio 2013

Si vendeva i dati del Ministero. Poliziotto infedele in manette


Si vendeva i dati del Ministero. Poliziotto infedele in manette
Ai domiciliari l'investigatore e presidente regionale della Federpol, Paolo Carbone, titolare dell'agenzia Tony Ponzi. Era lui che commissionava le interrogazioni ai database della polizia all'agente della Direzione Centrale dell'Immigrazione in cambio di “una mancetta”. Coinvolto anche un poliziotto della Questura sottoposto ad obbligo di firma. L'accusa è “accesso abusivo ai sistemi informatici in uso alle forze di Polizia, e divulgazione di informazioni sottoposte a segreto”
Martedì, 16 aprile 2013 - 13:32:00
di Claudio Roma

Dal suo ufficio della Direzione Centrale dell'Immigrazione accedeva all'archivio del ministero degli Interni e ai database della Polizia per controlli sulle persone: identità residenza, auto, targhe, parenti ed eventuali carichi pendenti o denunce in corso. Ma a pagarlo non era lo Stato bensì un investigatore privato che aveva trovato “la via breve” per reperire informazioni.
Ora nei guai ci sono due agenti di Polizia. Il primo, F.L.L.C. Si è visto di buon ora bussare alla porta di casa i colleghi che gli hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma. L'accusa è pesante: “Accesso abusivo ai sistemi informatici in uso alle forze di Polizia, e divulgazione di informazioni sottoposte a segreto”. La Procura che ha seguito per diverso tempo il lavoro dell'uomo, e ha registrato tutti i suoi accessi al sistema. Per cercare di lasciare meno tracce possibili, il poliziotto infedele aveva coinvolto nel “giochetto redditizio”, anche un collega della Questura, l'assistente capo M.L.B., nei cui confronti è stato emesso, invece, un provvedimento di obbligo di firma.

Paolo Carbone
L'indagine è ovviamente proseguita con una visita anche negli uffici della Circonvallazione Clodia in una storica agenzia di investigazioni, la Tony Ponzi, gestita dall'ex poliziotto Paolo Carbone, accusato di essere il committente e pertanto agli arresti domiciliari. Da segnalare che Carbone, come risulta dal sito internet dell'agenzia, ha un curriculum di primissimo piano sia come investigatore della Polizia che come perito in diversi processi, tra cui quello di Marta Russo. Collaboratore anche di Trenitalia per la sicurezza antiterrorismo, Carbone dal 2008 risulta presidente regionale per il Lazio della Federpol, il sindacato che riunisce gli investigatori privati.
Insieme a Carbone, un collega di una seconda agenzia di cui non sono state rese note le generalità è stato sottoposto all'obbligo di firma.








sabato 4 maggio 2013

Conclusa la battaglia della Italdetectives contro la Procura di Udine

Con piacere ho appreso dal sito della Italdetectives che si è conclusa la battaglia contro la Procura di Udine. Questo blog si unisce alla gioia di Mainardis per la grandiosa vittoria! A tal proposito viene riportata la lettera di Mainardis pubblicata dal Presidente Ferro sul sito dell'Associazione:

"LETTERA APERTA ALL’ASSOCIAZIONE

Grazie!!!!!!!!!

Questa è la prima parola che mi viene da dirvi adesso che il sole è di nuovo comparso per me all’orizzonte!!!

Grazie all’Associazione, nella figura del nostro Presidente Bernardo FERRO,che mi è stato veramente accanto in tutte le fasi di questa lunga battaglia incoraggiandomi e sostenendomi quando le forze venivano a scemare e non si vedevano soluzioni .-

Grazie a tutta la Segreteria, con la quale quasi quotidianamente e a qualsiasi ora avevo contatti per consigli e forse per sentire una parola di incoraggiamento.-



Grazie all’Avv.to Annunziata D’AMBRA per l’umanità, la professionalità e l’impegno con il quale ha seguito e risolto tutta la vicenda sacrificandosi al punto di affrontare un lungo viaggio in treno da Catanzaro a Udine pur di giungere alla conclusione di questa storia.-

Grazie a tutti i Soci che mi sono stati a fianco e mi hanno fatto sentire veramente parte di una grande famiglia!

Ho fatto parte di diverse associazioni, ma senza tema di smentite, mai nessuno si era interessato in questo modo per un socio.-

Sono veramente orgoglioso di far parte della Italdetectives Association!!

Spero che a nessun altro collega possa accadere quanto a me è successo, ma la cosa non è certo improbabile!

Solo avendo vicino un'Associazione seria si può sperare che queste cose non accadano!

Un abbraccio a tutti voi e...grazie di nuovo!!!

Gianni MAINARDIS"

Link diretto alla lettera: http://www.italdetectives.org/index.php?option=com_content&view=article&id=215:lettera-aperta&catid=12&Itemid=105

venerdì 3 maggio 2013

Ecco un altro genio...


Articolo tratto da http://www.demetragroup.net/1/abusivi_impostori_2439205.html
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Cronaca de "LA STAMPA" di TORINO del 05/04/'13.
Falso ufficiale antidroga sale in cattedra nelle scuole
Una milizia  fasulla per gli  incontri  organizzati nelle scuole
Con una divisa di fantasia faceva   inchieste abusive sugli studenti Denunciati anche 30 collaboratori
Questa è la storia incredibile di Massimo Ibba,  42 anni, arrestato per bancarotta fraudolenta nel 2010, ora Direttore Generale dell’Agenzia Noas (Nucleo operativo antidroga e sicurezza scolastica), sorpreso dalla polizia, in divisa da alto ufficiale, con colori e fregi simili a quelli della Guardia di finanza, poco prima di una conferenza in una scuola, l’Enaip di Grugliasco, via Somalia 1.  Adesso è indagato dal pm Vito Destito per una lunga serie di  reati penali. Denunciati anche 30 «agenti» Noas, tra cui numerose donne.

Lampeggiante e manette
Ad accoglierlo a scuola, la mattina del 26 marzo, la preside in persona, Monica Costanzo. Lui che arriva a bordo di un’Alfa 159 con i colori d’istituto grigio-verdi, una deca sul muso e sul cofano. Sigla: AN-01. Sul sito dell’agenzia Noas, compaiono anche le immagini di due auto-pattuglie, due Mito bianco-blu, taroccate con il photoshop. E scorrono le immagini di una centrale operativa, con una selva di video collegati a chissà cosa .  Gli agenti del Direttore   Generale, che s’è ispirato alla struttura gerarchica della Cia, pagavano 350 euro per iscrizione.

Trenta agenti indagati
Tra loro guardie giurate, istruttori di arti marziali, body guard, addetti alla sicurezza di locali. Avevano placche di identificazione simili a quelle della polizia; giubbotti anti-proiettili; manette e divise con i gradi relativi. Ibba millantava rapporti con i Servizi Segreti e misteriose collaborazioni con le forze dell’ordine, snocciolando brillanti operazioni anti-crimine. Mai avvenute.
Forse si stava apprestando ad aprire altre «caserme», in tutta Italia, della sua milizia personale, completamente apolitica ma attenta al business della sicurezza.

«Beagle» emulo di Rex
Tra farsa e  dramma.  La Noas aveva pure l’unità cinofila anti-droga: il beagle di famiglia trasformato in segugio  ma solo durante le «lezioni» agli ignari studenti di Grugliasco e ai bimbi delle Elementari di Cuceglio, nel Canavese. Il dramma invece, riguarda l’indagine condotta all’interno dell’Enaip per individuare eventuali spacciatori e consumatori tra i minori. La polizia del commissariato San Paolo ha sequestrato decine di schede personali dei ragazzi, videofilm che riprendono i minori, realizzati da otto detective della Noas travestiti  da elettricisti.  La preside sarà sentita come testimone per ricostruire tutti i passaggi.

«Invisibili ma presenti»
Il Noas ha un logo che ricorda alla lontana uno simile adottato anni fa dalla polizia: un dragone in oro su campo blu, fronde di alloro ai lati e il motto: «Invisibili ma presenti».  Ibba si vantava di avere amicizie con  polizia e  carabinieri ma soprattutto con investigatori d’altissimo profilo. Secondo motto: Age quod Agis, fai bene quanto stai facendo. Seguono, sul profilo facebook, citazioni impegnative: «Non importa il colore o i gradi che indossi nella divisa, ma ciò che conta è quello che hai dentro. Questo è un servitore dello Stato Italiano». Parole sante. E un programma impegnativo: «Il Noas ha il compito di ricercare ed elaborare tutte le informazioni utili alla difesa del minore in ambito scolastico e ricreativo».

Nel mirino di «Striscia»
Massimo Ibba è però l’ex manager della Maxibba Communication, più volte nel mirino di «Striscia la notizia». Prometteva monitor nei bar e nei ristoranti, collegamento a banda larga per alimentare il ciclo continuo di pubblicità da mandare in onda, spesa da 2 mila euro e incassi promessi da 400 euro al mese.  Risultato: azienda fallita, soldi spariti, dipendenti a casa.
Ibba finì in carcere. L’avventura del Noas sembrerebbe iniziare nel 2009, con un «attento studio delle problematiche legate alla droga e alla tutela dei minori». Superato l’infortunio della «Maxibba», il manager (che ha una laurea in psicologia conseguita - dice lui - negli Usa) s’è dedicato all’Agenzia. E’ socio e amministratore - dice sempre lui - di Spotinvest,  Fondi Immobiliari Privati Italiani, Association Invest Group, Img immobiliare,  Nuova Edil Costruzioni, Direttore Generale de La Rosa Gialla, Guest Funeral House, Media Event, Training School Of Management. Nel portafoglio anche una ditta di abbigliamento, la Blm, cioè «Baciamo le mani». Chiude il vicequestore Elena Manti: «Indagini ancora lunghe, molto ancora da scoprire».
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