Si vendeva i dati del Ministero. Poliziotto infedele in manette
Ai domiciliari l'investigatore e presidente regionale della Federpol, Paolo Carbone, titolare dell'agenzia Tony Ponzi. Era lui che commissionava le interrogazioni ai database della polizia all'agente della Direzione Centrale dell'Immigrazione in cambio di “una mancetta”. Coinvolto anche un poliziotto della Questura sottoposto ad obbligo di firma. L'accusa è “accesso abusivo ai sistemi informatici in uso alle forze di Polizia, e divulgazione di informazioni sottoposte a segreto”
Martedì, 16 aprile 2013 - 13:32:00
di Claudio Roma
Ora nei guai ci sono due agenti di Polizia. Il primo, F.L.L.C. Si è visto di buon ora bussare alla porta di casa i colleghi che gli hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Roma. L'accusa è pesante: “Accesso abusivo ai sistemi informatici in uso alle forze di Polizia, e divulgazione di informazioni sottoposte a segreto”. La Procura che ha seguito per diverso tempo il lavoro dell'uomo, e ha registrato tutti i suoi accessi al sistema. Per cercare di lasciare meno tracce possibili, il poliziotto infedele aveva coinvolto nel “giochetto redditizio”, anche un collega della Questura, l'assistente capo M.L.B., nei cui confronti è stato emesso, invece, un provvedimento di obbligo di firma.
Paolo Carbone |
Insieme a Carbone, un collega di una seconda agenzia di cui non sono state rese note le generalità è stato sottoposto all'obbligo di firma.
Fine della dinastia Ponzi!
RispondiEliminaAnche questo continuerà tranquillamente a lavorare, tanto nessuno gli toglierà la licenza.
RispondiEliminaL' ispettore Francesco Lacava e l’assistente capo Marisa Loreta Biondi sono i due "infedeli" mentre l'atra agenizia coinvolta è la “Pandora Investigazioni” di cui è titolare Claudio Fioretti, questo il gruppetto operativo.
RispondiEliminaBravi questi anonimi a dare giudizi e sentenziare veleni! Qualcuno oltre a trarre gusto nel vedere coinvolti in vicende giudiziarie gli investigatori privati (chissà perchè) non rammente due cose:
RispondiElimina1) TUTTI gli investigatori privati italiani sono obbligati a commettere reati per poter lavorare perchè privi di strumenti!
2) Al signore di cui sopra hanno restituito la licenza!
Informati bene prima di scrivere stronzate, Paolo Carbone è stato condannato a quattro anni di reclusione, interdizione di pubblici uffici per anni cinque, e di contrattare con la pubblica amministrazione. LICENZA REVOCATA!!!!!!!! Fine della dinastia Ponzi.
RispondiEliminaConfermo, licenza revocata, come hanno revocato la tua carissimo Cascio e continui a spacciarti per investigatore privato lavorando addirittura nei centri Carrefour e tanti altri.
RispondiEliminaMassimo De Angelis
A breve si parlerà di questi personaggi...continuate a visitare questo blog...vi aspettano fantastiche novità...!
RispondiEliminaAzz. che discussione? mi dispiace che ci sia tanto astio ma ,sicuramente ad alimentare e' qualche commento inappropriato. io non colpevolizzo ne gli agenti ne carbone perché chiunque nel lavoro "Facile " puo' incappare sta' pagando ma quello che a me dispiace e' il puntare il dito su di un Investigatore questa gogna non la auguro a nessuno ! di licenze revocate per fatti simili ce ne sono state tante ma quello che posso dire che molte e' perché il fatto e' stato reso pubblico invece per altri ci sono state ammonizioni .Ps non e' mia intenzione prendere le parti dell'uno o dell'atro ma solo esprimere un mio punto di vista.
RispondiEliminaLa professione dell'investigatore privato, prevede : requisiti - professionalità e serietà. Chi non li possiede cade in errore, pagando conseguenze contemplate nel TULPS. SALUTI
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